Matrice è un borgo della Provincia di Campobasso. L’origine dei primi abitanti di Matrice affonda le radici nell’antica popolazione dei SANNITI (secolo IV a.C.). I Sanniti erano soprattutto un popolo di pastori e di agricoltori, altamente fieri e gelosi della propria indipendenza. Attaccati dai Romani, resistettero per anni, ma, nel 305 a.C. furono sconfitti; acconsentirono, però, a diventare parte della Repubblica Romana, dati i notevoli vantaggi che ciò poteva procurare loro.

Chiese

CHIESA PARROCHIALE DI SAN SILVESTRO PAPA

E’ antichissima, si pensa sia stata fondata nel 1246, perchè su una pietra, posta in un angolo del campanile, si legge: A.D.MCCXLVI (anno del Signore 1246).

Ridotta in pessime condizioni, per vetustà, nel 1851 venne interdetta dal Cardinale Carafa, il quale ne impose il restauro.
I lavori durarono circa venti anni e la chiesa non fu riaperta al culto prima del 1870.
Nella notte del 16 agosto 1891, un incendio casuale la deteriorò, tanto che occorsero quattro anni di lavoro ed oltre 15.000 lire di spesa, per riattivarla. Il 14 maggio 1896 fu di nuovo riconsacrata dall’Arcivescovo Cardinale di Rende.
Durante l’incendio del 1891, s’incendiarono, anche, le ossa di Sant’Urbano, protettore di Matrice; queste erano state donate dal Papa Benedetto XIV.

CHIESA DI SANT’ANTONIO DI PADOVA

Di questa chiesa, dedicata a Sant’Antonio di Padova, non si ha memoria della fondazione, ma, si dice che, sul campanile, ci sia una croce di legno, da cui pende una campana di bronzo con la scritta ” A.D.MDXIII” (anno del Signore 1513).

Essa fu, in seguito, restaurata e ingrandita. Oltre all’altare maggiore, vi erano due altari laterali, entrambi sormontati da un quadro: uno rappresentante Sant’Anna, con Maria Bambina e l’altro le anime del Purgatorio. Ma, con i restauri del 1948, oltre ad altre modifiche, fu rifatto un solo altare centrale. 

SANTA MARIA DELLA STRADA
L’abbazia risulta essere la testimonianza di strutture monastiche della quali il Rodotà dice:
«nell’Aquila, nella Puglia, nella Lucania, e nella Calabria risonava la regola di S. Basilio […] Ovunque
alcuno si volgeva, ravvisava germogliare in Italia le costumanze orientali, e udiva nelle Chiese la soave
armonia de’ cantici in lingua Greca».

L’apparato iconografico, da un punto di vista stilistico e contenutistico, presenta molte affinità
con la chiesa S. Giorgio Martire di Petrella Tifernina, tanto da far nascere l’ipotesi di un unico
cantiere. Basti pensare che le lunette dei portali della chiesa di Santa Maria della Strada, raffigurano
narrazione bibliche in forma più organica e completa, rispetto a temi che nella chiesa di S. Giorgio
Martire sono sviluppati in forma più sintetica; da sinistra, l’episodio della morte di Assalonne tra i
rami del terebinto, la Gerusalemme celeste e il duro lavoro dell’uomo che tocca in sorte al genere
umano come conseguenza del peccato originale.
Ciò nonostante, Santa Maria della Strada possiede molte caratteristiche che la rendono unica
nel panorama italiano.

All’interno si trova l’arca di Bernardo d’Aquino (1345) nella quale in basso troviamo il Cristo
Pantocratore tra gli stemmi dei d’Aquino/Summucola. Al centro l’immagine dormiente del defunto.
In alto S. Michele Arcangelo sovrastato dall’Aquila di S. Giovanni Evangelista.
Sempre all’interno tutti i capitelli delle colonne hanno stili diversi e si trovano croci templari
che forse indicano che Santa Maria della Strada fosse un punto di ristoro del viaggio dei crociati verso
Gerusalemme.


Molto suggestivo è altresì il bassorilievo sull’entrata laterale raffigurante Alessandro Magno
che vola verso il sole in un cesto tirato da due grifoni alati. Tale raffigurazione potrebbe lasciare
intendere che la chiesa fu consacrata alla chiesa romana successivamente ad una variante cristiana
orientale. Secondo infatti diversi studi la chiesa potrebbe essere antecedente al XI secolo.
Anche il campanile, quale struttura distaccata dalla chiesa, potrebbe celare una storia ancora
più antica. Probabilmente potrebbe essere stata in precedenza una struttura romana a guardia
dell’importante villa romana i cui resti sono stati rinvenuti poco distanti.


Infine, molto suggestiva ed attraente la leggenda del XVIII del Re Bove secondo la quale S.
Maria della Strada sarebbe stata costruita in una sola notte insieme ad altre decine di chiese da un
mitico Re Bove per espiare una violenza fatta ad una sua congiunta. Ad aiutarlo sarebbe stato il
Diavolo che però non sarebbe riuscito a completare l’opera entro il tempo che il Papa gli aveva
imposto.


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