Campolieto

Campolieto è un borgo della provincia di Campobasso. Le origini di Campolieto non sono certe. Attraverso fonti storiche e archivistiche sappiamo che il borgo già esisteva durante il periodo normanno (XI secolo) e possiamo ipotizzare un’anticipazione delle origini, al secolo precedente (X secolo). Il paese si sviluppò, come molti altri centri medioevali molisani e del centro-sud Italia, intorno al palazzo feudale, ancora oggi esistente, sebbene sia stato fortemente modificato in periodi recenti. Nel centro storico di Campolieto si trova la Chiesa di San Michele Arcangelo, a tre navate, risalente al XV secolo, che conserva ancora affreschi di valore e opere d’arte religiosa. Il borgo è ricco di fascino, immerso nella storia locale. Di rilievo  è anche la cappella dedicata alla Madonna del Carmine, riportata al culto nel 1964, adiacente al vecchio convento dei Carmelitani dove si svolge la suggestiva cerimonia della Vestizione nella notte del 24 luglio. In agro di Campolieto anche la Badia del Romitorio.

Maggiori informazioni sul sito www.parrocchiasmacampolieto.it

Luoghi Storici

Museo dei fuochi d’artificio

Nel centro storico si trova anche un museo molto particolare, quello dei fuochi d’artificio, che racconta questa tradizione legata alla famiglia Paradiso.

Luoghi religiosi

CHIESA ARCIPRETALE DI S. MICHELE ARCANGELO
«La Chiesa arcipretale di Campolieto, nel cui territorio insisteva anche l’antica abbazia ‘insigne’ di S. Maria ‘de Heremitorio’, è dedicata a S. Michele Arcangelo: è antichissima e certamente preesistente al 1300» (Testa E.). La costruzione è a capanna con tre finestre, un portale centrale decorato e due porte laterali. Di importanza la balaustra con in rilievo di San Michele che uccide il serpente. L’interno a tre navate possiede intonaci barocchi e colonne appartenenti al periodo romanico.

A confermare tutto ciò, oltre al culto stesso per l’Arcangelo Michele, particolarmente tipico degli ambienti longobardi dipendenti da Benevento, vi è il documento, di recente pubblicazione, in cui, nella descrizione delle dipendenze dalla diocesi ‘grecanica’ di Limosano durante lo scisma di Anacleto II (1130-1138), vi è indicato anche quel ‘Capiletum’, il cui abitato non poteva non avere, sin da prima di tale periodo, il suo riferimento religioso. Inoltre, il recente ritrovamento di un sigillo medievale attesta la titolarità dell’abate ‘Raimundi’ della chiesa di Santa Maria del Romitorio; nel 1374 l’abate all’epoca titolare partecipò al Concilio provinciale di Benevento.

Risultano evidenti e significative, nel suo impianto architettonico attuale, numerose tracce di preesistenze ‘romaniche’. Sembra che l’edificio ‘romanico’, probabilmente sorto già su una precedente struttura più antica avente diverso orientamento (da ovest verso est?), sia stato costruito tra il secolo XI e il successivo. Lo si evince da una prima lettura della parte destra dell’edificio attuale, in cui è possibile individuare una netta differenza costruttiva tra una parte inferiore chiaramente romanica e quella superiore di stile rinascimentale. Sulla parte inferiore romanica – e in questo si riscontra un’affinità sia con S. Giorgio di Petrella che con S. Maria della Strada di Matrice, che, entrambe, presentano un secondo ingresso sul lato destro, che originariamente aveva funzioni liturgiche – è possibile notare chiaramente un portale, di chiara fattura romanica, rimurato successivamente, quando venne definitivamente proibito il rito grecanico di Benevento.

Provengono, probabilmente, dalla preesistente chiesa una serie di sculture erratiche, incastonate in molte abitazioni del primo nucleo storico dell’abitato; quella di maggior pregio è una crocifissione che presenta il tema dell’angelo che scende dall’alto verso Cristo; alcuni studiosi ritengono che «in maniera approssimativa» lo si può ritenere del XIV secolo (F. Valente), altri lo descrivono come «un crocifisso romanico del XIII secolo che presente un buon pregio stilistico» (A. Trombetta). Il Catalogo generale del Ministero della Cultura, in ragione degli elementi stilistici, ne anticipa la datazione fra i secc. XII/ XIII.

«La Chiesa, come si presenta oggi nella sua ampiezza a tre navate, è stata (ri)costruita nel 1613» (Testa E.) una prima volta e, dopo i gravi danni dovuti all’incendio del 1682, ampiamente ammodernata e rinforzata nella sua struttura.


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