L’età antica: periodo sannita e romano
Fagifulae, città dei piccoli faggi, in epoca sannita era un oppidum, ossia un villaggio fortificato del Sannio Pentro. Sulla sua esistenza abbiamo due testimonianze storiche: Tito Livio nell’opera Ab urbe condita, libri XXI, 17-18, e XXIV, 20, la cita tra gli oppida sanniti che durante la seconda guerra punica parteggiarono per Annibale per opporsi alla supremazia di Roma; Plinio il
Vecchio, nel I secolo d.C., nomina i Fagifulani tra le genti più forti d’ltalia, i Sanniti, abitanti della Regione quarta (Naturalis Historia, III, 12, 107).


Il medioevo
Tra l’Età tardo-antica e l’Alto Medioevo, il territorio di Faifoli subisce profonde trasformazioni. I maggiori cambiamenti si verificano durante la lotta tra Longobardi e Bizantini per il dominio dell’Italia meridionale. Le popolazioni si rifugiano sui monti e Faifoli dà vita a due insediamenti: Limosano e Montagano. Nell’XI sec., molto probabilmente, in questa località si stabiliscono i Benedettini di S. Sofia di Benevento, fondandovi la loro abbazia.

Chiese

Chiesa di Santa Maria Assunta Assunta in Cielo. E’ la chiesa madre del paese. di antica fondazione, è la parrocchiale del comune, a croce latina, divisa in tre navate, lunga m 32 e larga m 16, alta ai lati m 7; è ricca di arredi, statue, e dipinti, e legni; un bel coro e all’interno si conserva una sacra reliquia: un pezzo del  SS.Legno della Croce. Nel corso degli anni ha subito diversi danni in seguito a terremoti e più volte è stata restaurata.

Chiesa S.Antonio di Padova: edificata nel 1456 e restaurata nel 1656 e nel 1888 .

Chiesa Nome di Maria: edificata nel 1690 dalla Congregazione omonima; abbattuta e ricostruita nel 1880 L’altare maggiore è dedicato alla Vergine Maria, mentre quelli laterali a S. Michele Arcangelo e a Sant’Anna. Attualmente è chiusa per i danni del terremoto del 2002.

Chiesa di Santa Maria di Faifoli. Della chiesa citata per la prima volta in un documento del 1134, non si conosce con esattezza la data della costruzione. Della chiesa di Santa Maria di Faifoli, presenta oggi rari elementi caratteristici del romanico, a causa dei numerosi restauri subiti nel tempo. L’elemento che sicuramente è di maggiore importanza ed è originale dell’antica chiesa romanica è il portale ogivale, costituito da pietre modellate tramite la tecnica dell’intaglio incastonate nella facciata settecentesca.

La struttura dell’edificio è stata considerata dagli studiosi un tipico esempio di architettura religiosa medievale. La chiesa, a base
rettangolare, lunga 26,4 m. e larga 10,56 m., è divisa in tre navate mediante sei pilastri in muratura e due paraste situate ai lati del presbiterio. Il soffitto è in legno a capriate, il pavimento in cotto.
Quattro finestre sono a semicerchio, molto probabilmente frutto del restauro del 1811 quando furono realizzate in sostituzione delle monofore precedenti. Una sola monofora è visibile ancora oggi, quella del presbiterio che all’esterno denuncia la sua struttura in pietra da taglio.

Le prime fonti storiche sull’abbazia risalgono al 1134. Nel 1230 l’abbazia accolse per la prima volta Pietro Angelerio, futuro papa Celestino V, che tornò successivamente a Faifoli nel 1276 come abate, chiamato dall’arcivescovo di Benevento Capoferro per risolvere il contenzioso con Simone Santangelo, feudatario di Montagano. 

L’interno è a tre navate, con la centrale di larghezza doppia rispetto alle laterali. Sui sei pilastri quadrati che suddividono le navate e sui quali si poggiano degli archi a tutto sesto, si trovano due lapidi che ricordano i lavori di restauro commissionati dal cardinale Orsini.

La chiesa conserva una statua lignea della Madonna, detta dell’Incoronata, o “della transumanza”, con la Vergine seduta su un tronco d’albero al posto dell’usuale trono. Altra opera di rilievo è un quadro del 1705 della Vergine con il Bambino in braccio.



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